Legge di stabilità 2015: opportunità e criticità della manovra
Prima lettura della manovra Renzi in 10 punti e qualche riflessione.
Articolo pubblicato su FiscoPiù e qui riprodotto per gentile concessione dell’Editore Giuffrè
Le pur apprezzabili intenzioni di proporre una legge di stabilità espansiva volta ad incrementare occupazione e consumi nascondono numerosi incrementi di imposta tanto da far pensare ad una manovra tesa più a redistribuire che non a ridurre la tassazione.
Il rischio, già contemplato nelle clausole di salvaguardia, è che il maggior debito si tramuti in nuove tasse nel breve periodo ed in aspettative negative che mal si conciliano con un aumento dei consumi e degli investimenti.
Le difficoltà economiche in cui versa l’Italia e buona parte dell’Europa hanno portato all’elaborazione di un progetto di bilancio, di cui ad oggi non è stato reso pubblico il testo, mirato principalmente a favorire le imprese e i consumi e, ci si augura, la crescita del Paese.
Le intenzioni dichiarate sono il sostegno ai consumi privati ed un forte incentivo a favorire le nuove assunzioni mediante una consistente riduzione del costo del lavoro.
Particolarmente apprezzabile, quanto meno sul piano teorico, la volontà di voler dedurre la componente lavoro (pur con importanti limitazioni) dalla base imponibile IRAP.
Purtroppo la manovra contiene in più punti provvedimenti volti ad incrementare l’imposizione.
La manovra di stabilità (che fa sue in qualche modo numerose proposte già formulate da Tremonti nel 2011), per quanto ad oggi ci è dato sapere, appare quindi sì una manovra espansiva nelle intenzioni, ma soprattutto una manovra tesa più a redistribuire che non a ridurre la tassazione.
Resta del tutto aperto il tema coperture e tagli di spesa, soprattutto dopo le dimissioni del commissario Cottarelli.
Il rischio, già contemplato nelle clausole di salvaguardia, è che il maggior debito si tramuti in nuove tasse nel breve periodo ed in aspettative negative che mal si conciliano con un aumento dei consumi e degli investimenti.
Di seguito si illustrano sinteticamente alcune delle principali novità previste nella legge di stabilità 2014.
1. IRAP, aumenta l’aliquota, ma si riduce la base imponibile.
La bozza della legge di Stabilità prevede il ritorno alla aliquota Irap del 3,9%, retroattivamente, già a partire dal primo gennaio 2014. Nessuna sanzione è prevista per chi ha versato minori acconti previsionali in base all’aliquota del 3,5% prevista dal decreto legge 66/14.
È prevista invece la deducibilità integrale a partire dal 2015 del costo del lavoro dalla base imponibile ai fini IRAP.
La riduzione del carico fiscale Irap sarà però dovuta per i soli contratti di lavoro a tempo indeterminato.
La riforma, anche a causa dell’ incremento retroattivo dell’aliquota IRAP che torna al 3,9%, andrà quindi a penalizzare le imprese caratterizzate da:
- collaborazioni a progetto;
- dipendenti a tempo determinato;
- elevati oneri finanziari.
2. Decontribuzione neo assunti
Sono previste importanti agevolazioni: l’esenzione per 3 anni dei contributi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato con il nuovo sistema di tutele crescenti, effettuate a partire da gennaio 2015.
I datori di lavoro del settore privato che nel 2015 effettueranno assunzioni a tempo indeterminato potranno quindi contare, per tre anni, su un esonero della contribuzione complessiva a loro carico, entro il limite di una franchigia pari a 8.060 euro annui (in precedenza era fissato a 6.200 )
3. Gli 80 euro: Bonus IRPEF e Bonus bebè
Prevista la stabilizzazione del bonus IRPEF per i lavoratori dipendenti e assimilati con reddito annuo lordo fino a 26 mila euro. Se quindi il bonus da 80 euro diventa strutturale, la platea dei beneficiari non si estende a pensionati e partite IVA.
La manovra prevede inoltre un bonus di 80 euro al mese per i primi tre anni di vita per tutti i bambini, sia italiani che stranieri. Non è chiaro se spetterà di fatto a tutte le famiglie (se la soglia Isee sarà a 90mila euro), oppure a quelle con Isee inferiore a una soglia più bassa ( alcune fonti parlano di una soglia di 30mila euro).
4. Regime dei minimi sostituito dal nuovo regime forfetario
Il regime dei minimi subirà importanti modifiche volte ad un generale riordino della normativa. Si presentano le principali novità del regime agevolato che per molti contribuenti diverrà meno attraente:
- aumento dell’imposta sostitutiva dal 5% al 15% dal 2015;
- regime agevolato senza limiti di tempo (ferme restando tutte le altre condizioni);
- soglie di ricavo diversificate in base al tipo di attività svolta (classificazione in base ai codici Ateco 2007) con forte penalizzazione per le attività professionali;
- possibilità di versare i contributi INPS in proporzione al reddito dichiarato (e non più sui minimali);
- ulteriori agevolazioni per le nuove attività.
5. Ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico.
Vengono mantenute le principali agevolazioni su ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico. In particolare è prevista una proroga a tutto il 2015 per:
- Detrazione Irpef del 50% in 10 anni sulle ristrutturazioni edilizie, sui mobili e sui grandi elettrodomestici;
- Detrazione Irpef e Ires del 65% sui lavori per il risparmio energetico qualificato.
Ad oggi pare aumentare invece dal 4 all’8% la ritenuta sui bonifici per i pagamenti delle spese di ristrutturazione.
6. TFR, erogazione anticipata facoltativa.
Prevista per i lavoratori dipendenti del solo settore privato la possibilità di richiedere l’erogazione anticipata dell’accantonamento a Tfr in busta paga dal 2015 al 2018.
Chi opta per il Tfr in busta paga subirà la tassazione ordinaria Irpef sulla retribuzione maggiorata, nonostante inizialmente sembrasse previsto il mantenimento della tassazione separata. Se la misura verrà confermata particolarmente svantaggiati saranno, in base alle prime simulazioni, i lavoratori con un reddito superiore ai 15mila euro.
Ancora da chiarire gli effetti dell’erogazione del TFR sul diritto al “bonus 80 euro” e sul reddito ISEE.
Chi deciderà di continuare ad accantonare il TFR subirà un ulteriore incremento dell’imposta sostitutiva sui redditi derivanti dalle rivalutazioni dei fondi per il Tfr. L’aliquota passerà dall’11 al 17%.
Per bilanciare gli effetti finanziari dell’erogazione del TFR sulle PMI la manovra dovrebbe prevedere l’anticipo delle risorse necessarie da parte degli istituti di credito che si vedrebbero garantire dall’INPS i rischi di eventuali insolvenze.
7. Tassazione più elevata per previdenza integrativa e polizze vita
La legge di stabilità torna ancora una volta a modificare la tassazione sulle rendite finanziarie. La manovra prevede inoltre un incremento della tassazione per: fondazioni bancarie, fondi di previdenza complementare, polizze vita, casse di previdenza delle professioni.
L’imposta sostitutiva sul risultato di gestione dei fondi pensione passa dall’11,5% al 20%, con effetto dal periodo d’imposta 2014.
Penalizzati inoltre i professionisti con cassa di previdenza (commercialisti, avvocati, architetti, ecc). Appare particolarmente discutibile infatti dover apprendere che una delle fonti di reperimento di risorse della manovra economica 2015 è l’inasprimento della tassazione sulle rendite finanziarie delle casse dei professionisti, con passaggio dell’aliquota dal 20% al 26%.
Aumento inoltre della tassazione, che passerà al 26%, anche per le plusvalenze delle polizze Vita incassate dagli eredi dell’assicurato. Le polizze, pur restando formalmente esenti da tasse di successione, vedranno proprio al momento della successione un incremento della tassazione di fatto in capo agli eredi.
8. Credito di imposta per ricerca e sviluppo
Si prevede il riconoscimento di un credito d’imposta per gli investimenti in ricerca da parte delle imprese fino ad un importo massimo annuale di 5 milioni di euro per beneficiario nella misura del 25 per cento (elevata al 50% se spese contrattualizzate con università e centri di ricerca) delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi d’imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2015.
9. Rivalutazione di terreni e partecipazioni
La manovra 2015 riapre nuovamente i termini relativi alla rideterminazione del valore o del costo di acquisto di terreni e partecipazioni non quotate posseduti all’1.1.2015.
Un’agevolazione per sua natura straordinaria, sta diventando praticamente strutturale essendo ormai costantemente riproposta da diversi anni.
Fissata al 30 giugno 2015 la scadenza per la redazione e l’asseverazione della perizia, nonchè per il versamento dell’imposta sostitutiva (o della prima delle tre rate in caso di rateizzazione).
L’imposta da corrispondere dovrà essere pari al 2% del valore risultante dalla perizia per le partecipazioni non qualificate e al 4% per le partecipazioni qualificate.
10. Clausole di garanzia ed aumento IVA dal 2016
Nel provvedimento, al fine di fornire all’ Europa una ulteriore tutela sul rispetto dei patti, sono state inserite diverse clausole di garanzia. In particolare si evidenzia la possibilità di un aumento dell’attuale aliquota IVA del 10% di 2 punti nel 2016 e di un altro punto nel 2017 (13%). Ulteriore aumento si potrebbe avere per l’attuale aliquota del 22% che passerebbe al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% (ovvero oltre la soglia europea) nel 2018.
Clausola di salvaguardia | |||
Possibili incrementi aliquote IVA | |||
2014 | 2016 | 2017 | 2018 |
10% | 12% | 13% | 13% |
22% | 24% | 25% | 25,50% |
Ipotizzati inoltre nuovi incrementi per le accise sui carburanti: 700 milioni dal 2018.
Conclusioni
La manovra pur lodevole nelle intenzioni presenta, se manterrà l’impostazione attuale, diverse criticità sia di metodo sia di contenuto.
Se da un lato appare infatti complicato ricostruire il rapporto di fiducia tra cittadino ed Amministrazione finanziaria, continuando a derogare allo Statuto del contribuente con norme di imposizione retroattiva, dall’altro l’assenza di un testo definitivo rende complicato fornire una analisi corretta delle novità.
Il tentativo di tassare il risparmio (sotto tutte le sue forme compreso in particolar modo quello previdenziale e la casa) per favorire una ripresa di consumi ed investimenti rappresenta inoltre una forte ingerenza nelle scelte di allocazione del reddito del contribuente.
Appare inoltre abbastanza probabile un incremento della tassazione a livello locale in assenza di dati certi sui tagli di spesa pubblica.
Per approfondire:
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