Un momento preziosissimo
Un momento preziosissimo
Un momento preziosissimo. Rallentare per poi accelerare come ci chiedono i più giovani studenti universitari
Ultimi giorni di lavoro prima delle vacanze ma nell’agenda estiva che dovrebbe essere vuota inizia a fare capolino qualche call che non può essere rimanda a settembre.
Sono stati mesi molto impegnativi ma altrettanto ricchi di soddisfazioni.
Come sempre quando la struttura è stressata emergono chiari i punti di forza (la qualità del team) e le cose da fare per crescere, le possibili evoluzioni del modello.
Un momento preziosissimo. Rallentare per poi accelerare come ci chiedono i più giovani studenti universitari Share on XQuello in cui la struttura è sotto stress è un momento preziosissimo in cui prendono forma molte idee tra l’entusiasmo di veder prendere corpo un nuovo progetto e la frustrazione di essere troppo impegnato per formalizzare tutti gli spunti.
Quando una struttura è sottoposta a stress, si manifestano chiaramente sia i punti di forza sia le aree di miglioramento, delineando possibili evoluzioni del modello di business. Questo momento critico rappresenta un’opportunità preziosa. In tali circostanze, emergono numerose idee innovative, alimentate dalla necessità di adattamento e miglioramento continuo, che possono trasformarsi in opportunità di crescita e rafforzare la competitività dell’organizzazione.
Stiamo crescendo e competiamo sempre più spesso con gli studi più blasonati.
La cosa di cui ho più timore è trascurare il nostro DNA ed uniformarci al modello più consolidato dei grandi studi. La cosa ci vedrebbe ovviamente perdenti nel confronto per risorse e dimensioni mentre oggi competiamo senza complessi valorizzando la nostra storia e le nostre competenze.
Quando uno studio boutique cresce, esiste il rischio di abbandonare il modello di business che gli è proprio per imitare quello degli studi di maggiori dimensioni. Questo cambiamento può portare alla perdita delle caratteristiche distintive che costituiscono il suo vantaggio competitivo. In tal caso, la boutique rischia di trovarsi in una posizione sfavorevole nella competizione con studi più blasonati, perdendo l’agilità, la specializzazione e l’approccio personalizzato che l’hanno resa unica e apprezzata dai clienti. È quindi fondamentale mantenere l’essenza del proprio modello di business, valorizzando le peculiarità che hanno contribuito al successo iniziale.
In fondo siamo sempre stati degli outlier e questa è la nostra forza.
Outlier è un termine utilizzato in statistica per definire, in un insieme di osservazioni, un valore anomalo, ossia un valore chiaramente distante dalle altre osservazioni disponibili.
Ogni volta che, per stanchezza (innovare è faticoso) e/o vanità (l’innovazione nasce dalle risorse scarse e quando le cose migliorano si tende ad adagiarsi), ci siamo uniformati al modello tradizionale abbiamo finito per rallentare.
L’innovazione emerge frequentemente in contesti caratterizzati da risorse scarse poiché tali circostanze impongono la necessità di sviluppare soluzioni creative ed efficienti per superare le limitazioni esistenti. Le aziende, trovandosi in condizioni di restrizione, sono incentivate a ottimizzare l’uso delle risorse disponibili e a esplorare approcci non convenzionali, al fine di mantenere la competitività e la sostenibilità. Questo ambiente stimola la sperimentazione e l’adozione di tecnologie e processi innovativi, favorendo così un progresso continuo e adattivo che permette di trasformare le sfide in opportunità di crescita e sviluppo economico.
Siamo sempre più identificati come i professionisti delle aziende in crescita, le supportiamo nei momenti di discontinuità, nelle principali operazioni che un tempo erano straordinarie ma oggi sempre più frequenti.
Le aziende in crescita presentano esigenze differenti rispetto a quelle con ricavi stabili, in quanto devono affrontare sfide complesse legate all’espansione, all’innovazione e alla gestione del cambiamento.
Pertanto, cercano professionisti che comprendano profondamente queste esigenze specifiche, in grado di offrire velocemente competenze specializzate e consulenza mirata per supportare la loro crescita, garantire una sostenibilità a lungo termine e rispondere a un ambiente competitivo in evoluzione.
Oggi chi ci indica la rotta sono i giovani.
In questi giorni sto cercando di rileggere il nostro modello con gli occhi di studenti e neo laureati con cui mi sono più volte confrontato (anche grazie al nostro programma di mentorship).
Molto spesso li critichiamo (la generazione che ha vissuto l’adolescenza durante il covid e si affaccia ora sul mondo del lavoro non è immune dai difetti) ma se ascoltati possono essere una straordinaria fonte di informazioni. Le loro critiche possono far male ma se depurate da qualche ingenuità possono fornire indicazioni preziosissime su quello che dovemmo essere e non siamo.
Sono ingenui ed intransigenti (fin irritanti a volte) ma ci mettono a nudo spogliandoci delle mille scuse che ci servono per consolarci per non essere come dovremmo.
Il recruitment è diventato sempre più difficile poiché i giovani talenti valutano le aziende non solo per le opportunità di carriera, ma anche per i valori, la cultura e la capacità di innovare. Sono loro a indicare, con le loro preferenze e aspettative, come far evolvere il nostro modello di business. Le imprese devono adattarsi a queste nuove dinamiche, dimostrando flessibilità, sostenibilità e una visione inclusiva per attrarre e trattenere i migliori talenti.
In questo contesto, il feedback dei giovani professionisti diventa un prezioso strumento per orientare le strategie aziendali verso un futuro più dinamico e competitivo.
Loro ci chiedono di accelerare e lo faremo.
Dolcemente viaggiare,
rallentando per poi accelerare,
con un ritmo fluente di vita nel cuore,
gentilmente, senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare
e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada, per saper dove andare.
Con coraggio, gentilmente, gentilmente, …
Mogol/Battisti
Prima però, come dice il poeta (la canzone in fondo dice già molto), ci concediamo il lusso di rallentare per una breve pausa estiva.
Per recuperare le energie e riuscire ad avere una visione più chiara pianificando il futuro.