Torniamo a riappropriarci della parola STUDIO
Torniamo a riappropriarci della parola STUDIO
Lettera aperta agli studenti (ed ai professionisti) sul valore delle competenze e sul rischio della loro obsolescenza
Massimo Chiriatti riesce sempre a sottoporre all’attenzione dei suoi lettori temi importanti spesso passati sotto traccia. In un suo recente post (a cui ho dichiaratamente rubato le efficacissime immagini) ci invita a riflettere sull’obsolescenza delle competenze e soprattutto sul fatto che il tempo della formazione delle competenze è ormai maggiore del tempo della loro scadenza. Due righe capaci di porre sul tavolo uno dei grandi problemi che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni.
In questi ultimi mesi mi sono ritrovato spesso a tenere lezione davanti a ragazzi spaventati da un mondo che corre così velocemente. In parte sicuramente riflettono i timori di chi, più grande, assiste ai grandi cambiamenti del mondo del lavoro. Lo studio però è ben diverso dalla semplice formazione. Ed è il valore dello studio ciò di cui dobbiamo riappropriarci come studenti ma anche come professionisti (parola che ormai è quasi scomparsa anche dal nostro logo). Da docente e da padre con un figlio che proprio in questi giorni sta scegliendo a quale liceo iscriversi sono doppiamente sensibile al tema. Da qui questa mia lettera aperta ai ragazzi (ma anche al mondo delle professioni) che hanno davanti a loro opportunità straordinarie da cogliere con entusiasmo e serenità. |
Viviamo in un’epoca di cambiamenti rapidi, in cui il panorama professionale sembra mutare più velocemente che mai. È comprensibile, dunque, che molti giovani percepiscano il tempo dedicato alla formazione come un rischio: il timore è che le competenze acquisite oggi possano diventare obsolete domani. Tuttavia, questa visione, per quanto diffusa, è pericolosamente limitante ed in qualche caso paralizzante. Non a caso assistiamo alla fuga dei ragazzi da quelle professioni che richiedono un percorso di studi più lungo e quindi potenzialmente rappresentano un investimento maggiormente soggetto al rischio dell’obsolescenza.
La formazione non dovrebbe mai essere concepita come una corsa contro il tempo, ma come un viaggio continuo e appassionante.
Torniamo a riappropriarci della parola STUDIO. Lettera aperta agli studenti (ed ai professionisti) sul valore delle competenze e sul rischio della loro obsolescenza Share on XLa Percezione del Tempo delle Competenze
È vero, alcune competenze tecniche o operative hanno un ciclo di vita sempre più breve. Pensiamo, ad esempio, ai tool digitali o alle dinamiche dei social media (o alla normativa fiscale): ciò che oggi è all’avanguardia potrebbe essere superato nel giro di pochi anni o addirittura mesi. Questa volatilità può generare una sorta di “paralisi formativa”, che spinge molti giovani a evitare percorsi di apprendimento impegnativi o specialistici per paura che l’investimento non sia ripagato.
Eppure, non tutte le competenze sono uguali. Esistono competenze fondamentali – quelle che chiamo competenze solide e alte – che resistono al tempo. Queste includono capacità analitiche, pensiero critico, leadership, comprensione dei modelli economici e sociali, e la capacità di adattarsi a nuovi contesti. Chi sceglie di concentrarsi su queste basi avrà sempre un vantaggio competitivo, indipendentemente dai cambiamenti tecnologici o di mercato.
Investi in competenze durature
Il mio consiglio ai giovani è semplice: non lasciatevi scoraggiare dalla rapidità del cambiamento. Sì, alcune competenze tecniche specifiche hanno una scadenza, ma altre – più profonde e trasversali – non passeranno mai di moda. Pensare alla differenza tra apprendere come funziona un algoritmo specifico e capire i principi fondamentali della programmazione. Il primo approccio può diventare obsoleto, il secondo no.
Questo vale non solo per le competenze tecniche, ma anche per quelle relazionali e strategiche. Ad esempio, la capacità di costruire e mantenere relazioni di qualità, di comunicare efficacemente o di gestire conflitti è trasversale e intramontabile. Queste abilità non solo vi renderanno professionisti migliori, ma vi arricchiranno anche come individui.
La Formazione come processo continuo
È evidente che il tempo dedicato alla formazione crescerà rispetto a quello riservato alle attività operative. Questo non deve essere visto come un peso, ma come un’opportunità. La formazione continua vi permetterà di affrontare con maggiore serenità i cambiamenti, trasformandoli in occasioni di crescita.
Pensate alla formazione come a un processo dinamico, fatto di studio, metodo, confronto e scambio di idee. Circondatevi di persone di qualità, che hanno esperienze e percorsi diversi dai vostri. È da questo confronto che nascono le intuizioni più preziose. Il sapere non è mai statico: è un flusso vivo che si arricchisce ogni volta che ci apriamo a nuove prospettive.
La Qualità della Formazione: una sfida aperta
Un altro punto essenziale è la qualità della formazione. Non tutti i percorsi formativi offrono il medesimo valore. È necessario saper scegliere con attenzione, puntando su esperienze che hanno una reale capacità di farvi crescere, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello personale. La buona notizia è che stiamo assistendo a grandi cambiamenti in questo ambito. Innovazioni nei metodi didattici, l’integrazione di tecnologie avanzate e una maggiore attenzione alla personalizzazione dei percorsi stanno già trasformando il modo in cui apprendiamo.
Torniamo a riappropriarci della parola “STUDIO”
La formazione, nel contesto moderno, è spesso intesa come un processo mirato all’acquisizione di competenze specifiche e pratiche, necessarie per svolgere ruoli professionali definiti. Questo approccio, anche se utile e pragmatico, tende a focalizzarsi su risultati immediati e applicazioni dirette nel mondo del lavoro. Al contrario, il concetto di studio, più alto e nobile, abbraccia una visione più ampia e profonda dell’apprendimento. Lo studio non si limita alla semplice acquisizione di competenze, ma si estende alla coltivazione del pensiero critico, della curiosità intellettuale e della capacità di riflessione. Esso rappresenta un percorso di crescita personale e culturale, volto a formare individui capaci di contribuire in modo significativo alla società, non solo attraverso il lavoro, ma anche attraverso la comprensione e l’innovazione. In questo senso, recuperare il concetto di studio significa valorizzare l’educazione come un processo continuo di arricchimento intellettuale e umano, al di là delle immediate necessità professionali.
Conclusione
Studiare, formarsi e confrontarsi non sono fasi della vita, ma uno stile di vita. Non abbiate paura del cambiamento: abbracciatelo con curiosità. Il mondo ha bisogno di persone che sappiano pensare in modo critico, adattarsi e innovare. Investite in voi stessi, scegliendo con saggezza le competenze su cui costruire il vostro futuro.
Ricordate: le competenze che contano non hanno scadenza. Quelle solide, fondate su basi profonde, vi accompagneranno sempre, permettendovi di navigare con sicurezza nel mare del cambiamento.