Un’Analisi sui Requisiti dell’Investitore in Società in Crisi
La necessità di elaborare modelli di business e strategie di risanamento scalabili e sostenibili anche per le PMI
Investire in società in crisi presenta sfide uniche, che richiedono un mix sofisticato di competenze finanziarie, operazionali e settoriali, oltre a una forte reputazione e capacità di costruire fiducia. La comprensione profonda delle dinamiche che portano a una crisi aziendale, combinata con un approccio strategico e mirato al risanamento, può trasformare una situazione di difficoltà in un’opportunità di investimento redditizia. Tuttavia, è fondamentale avvicinarsi a questi investimenti con cautela, avvalendosi di un’analisi rigorosa e di un team esperto per navigare le complessità e i rischi inerenti.
Caratteristiche delle Società in Crisi
Le società in crisi si trovano ad affrontare significative difficoltà finanziarie, le quali possono manifestarsi attraverso una varietà di sintomi quali:
- difficoltà a soddisfare debiti correnti,
- un progressivo deterioramento dei margini operativi,
- una crescente difficoltà nell’accesso a nuove fonti di finanziamento.
Questi segnali d’allarme possono essere il risultato di una gestione inadeguata, di condizioni di mercato sfavorevoli, o di cambiamenti repentini nel panorama competitivo.
Il risultato è spesso una forte tensione sul capitale circolante e sulla struttura del capitale dell’impresa, che se non gestita tempestivamente, può portare alla perdita di liquidità e, in ultima istanza, al fallimento.
La capacità di riconoscere tempestivamente queste situazioni e di intervenire con strategie di risanamento appropriate è fondamentale per evitare l’esito più nefasto.
L’Investimento in Società in Crisi: Un Ibrido tra Leverage Buyout e Startup Innovative
Questo tipo di investimento richiede una valutazione accurata dei rischi e dei potenziali ritorni, nonché la capacità di lavorare su più scenari futuri, valutando accuratamente le strategie di uscita, le proiezioni di crescita e la sostenibilità del debito. Gli investitori devono essere pronti ad affrontare una serie di sfide complesse, tra cui la ristrutturazione operativa e finanziaria dell’azienda, il riposizionamento del marchio e, potenzialmente, una revisione radicale del modello di business.
L’investimento in società in crisi paradossalmente ha diversi aspetti in comune con le operazioni di leverage buyout (LBO) – caratterizzate da un’alta leva finanziaria e l’urgenza di garantire flussi di cassa positivi o di cedere assets per ridurre l’indebitamento – e l’investimento in startup innovative, dove forti investimenti iniziali sono spesso necessari per sostenere lo sviluppo del prodotto e l’espansione del mercato, portando inizialmente a perdite.
Entrambi i contesti richiedono la capacità di navigare in condizioni di incertezza elevata e di lavorare su più scenari, valutando attentamente i rischi e le opportunità.
In caso di risanamento aziendale a tutto questo si aggiunge la necessità di operare con forti competenze in merito al Codice della Crisi e dell’Insolvenza.
Gli investitori devono essere dotati di una forte capacità analitica per distinguere tra crisi temporanee e problemi strutturali, e per identificare le leve attraverso le quali può essere generato valore.
Competenze per Investire in Imprese in Crisi
Investire in imprese in crisi richiede competenze specifiche, sia interne che esterne (advisory), per valutare correttamente la situazione dell’azienda e per elaborare un piano di risanamento efficace.
Queste competenze includono la profonda conoscenza dei meccanismi finanziari e operativi dell’impresa, la capacità di condurre due diligence approfondite per identificare i fattori scatenanti della crisi, l’expertise nella ristrutturazione aziendale, nella negoziazione con i creditori e nella normativa di riferimento.
Inoltre, è cruciale avere una solida esperienza nel settore specifico di riferimento dell’impresa in crisi, per poter valutare con precisione le prospettive di mercato e le strategie competitive.
La collaborazione con consulenti esperti in turnaround e ristrutturazione può fornire un supporto indispensabile nell’identificazione delle strategie di risanamento più appropriate e nella loro esecuzione.
Competenze del CDA
Le competenze richieste al Consiglio di Amministrazione (CDA) di una società in crisi possono in qualche modo ricordare quelle richieste dai gestori di fondi di venture capital che investono in startup.
Il CDA, oltre a caratterizzarsi per una pluralità di competenze complementari, deve mostrare una capacità di visione strategica, competenza nella gestione di risorse limitate, e un approccio proattivo nel gestire l’incertezza. Inoltre, deve possedere l’abilità di attrarre e motivare talenti.
Dall’analisi delle cause della crisi al piano di risanamento
Prima di formulare un piano di risanamento, è cruciale analizzare le cause della crisi. Questa fase diagnostica è fondamentale per indirizzare correttamente gli interventi e per evitare che le stesse dinamiche possano ripresentarsi in futuro. È necessario esaminare sia fattori interni, come carenze gestionali o inefficienze operative, sia elementi esterni, come cambiamenti del mercato o nuove regolamentazioni, che potrebbero aver contribuito al declino aziendale.
Il piano di risanamento di una società in crisi rappresenta un documento cruciale che stabilisce le azioni necessarie per il recupero finanziario e operativo dell’entità in difficoltà. Affinché un piano di risanamento sia efficace, deve essere realistico, fattibile e sostenibile nel medio-lungo termine.
Un piano ben strutturato guarda a requisiti simili a quelli utilizzati nei piani di Leverage Buyout (LBO) e nello sviluppo di Startup Innovative, integrando pratiche efficaci da entrambi gli approcci. Di seguito, una disamina dei punti cardine secondo le linee guida dell’attività del perito:
- Analisi della Struttura Finanziaria: Questo passaggio richiede un’indagine accurata del debito esistente, della struttura del capitale, e dei costi di finanziamento. Simile a quanto avviene in un LBO, l’obiettivo è ristrutturare il debito, riducendo il costo del capitale e migliorando la liquidità, senza compromettere l’operatività aziendale.
- Quantificazione del Fabbisogno Monetario Post-operazione: È essenziale determinare il fabbisogno di cassa immediato per mantenere la continuità aziendale. In una startup, ciò equivarrebbe ai capitali necessari per sostentare l’azienda fino al raggiungimento del break-even. Qui, si tratta di stabilire le risorse necessarie per guidare la transizione dalla crisi alla stabilizzazione.
- Analisi dei Programmi di Gestione e Giudizio sulla Loro Concreta Realizzabilità: Ogni piano di risanamento deve includere programmi operativi e strategici realistici, con obiettivi chiari e misurabili. Analogamente a quanto richiesto per le startup, è importante valutare se i programmi proposti siano basati su ipotesi realistiche e raggiungibili data la situazione del mercato e le competenze interne.
- Determinazione dei Flussi di Cassa Ottenibili in Attuazione dei Programmi di Gestione: È fondamentale modellare i flussi di cassa futuri che l’impresa può ragionevolmente generare. Questo processo è paragonabile a quello di una startup, dove i flussi di cassa proiettati sono un indicatore cruciale della sua capacità di diventare redditizia nel tempo. Per un’impresa in crisi, questi flussi dovranno evidenziare la capacità dell’impresa di soddisfare i propri obblighi finanziari correnti e futuri.
- Calcolo dell’Eventuale Fabbisogno Monetario Residuo Non Coperto dai Flussi Rilevati al Punto 4) e Determinazione del Fabbisogno Finanziario: Se i flussi di cassa proiettati non sono sufficienti a coprire il fabbisogno aziendale, sarà necessario identificare ulteriori fonti di finanziamento. Questa fase è critica, in quanto determina la capacità dell’impresa di attrarre finanziamenti esterni, proprio come avviene nelle fasi iniziali di una startup. In un contesto di LBO, la capacità di generare flussi di cassa è altrettanto critica per servire il debito assunto per il buyout.
Capacità dell’Azienda di Monitorare l’Evoluzione del Fabbisogno Finanziario
Un elemento cruciale per il successo del piano di risanamento è la capacità dell’azienda di monitorare costantemente l’evoluzione del suo fabbisogno finanziario e di intervenire tempestivamente con adeguati assetti. Questo significa avere un sistema di controllo di gestione efficace, che permetta di rilevare rapidamente scostamenti dalle previsioni e di implementare azioni correttive.
L’azienda deve inoltre assicurare una comunicazione trasparente e frequente con tutti i portatori di interesse per mantenere la fiducia e per negoziare eventuali supporti finanziari supplementari o ristrutturazioni del debito.
Importanza di Reputazione e Fiducia
La reputazione e la fiducia rivestono un ruolo centrale nell’investimento in società in crisi. Una solida reputazione non solo facilita l’accesso a opportunità di investimento più qualificate, ma contribuisce anche a stabilire un rapporto di fiducia con i stakeholders chiave dell’impresa in crisi, quali creditori, fornitori, clienti e dipendenti.
Questa fiducia è fondamentale per il successo delle iniziative di risanamento, poiché permette una più efficace negoziazione delle condizioni di debito, il mantenimento di relazioni commerciali stabili, e la motivazione del personale durante il periodo di transizione.
Inoltre, l’integrità e la trasparenza dell’investitore nel comunicare le proprie intenzioni e nel gestire il processo di turnaround sono essenziali per costruire e mantenere questa fiducia nel tempo.
La Variabile Dimensionale nell’Investimento in Imprese in Crisi
La dimensione dell’impresa rappresenta una variabile critica nell’ambito degli investimenti in società in crisi.
L’investitore si trova di fronte a scenari complessi e incerti, dove la previsione accurata degli esiti è spesso ardua. La gestione di tali situazioni richiede competenze avanzate, sia a livello interno che esterno, implicando così oneri significativi derivanti da consulenze specialistiche. Di conseguenza, l’investitore è indotto a concentrare le proprie risorse su imprese di medie e grandi dimensioni, le uniche che, a fronte di un rilevante impegno capitale, sembrano offrire un ritorno sull’investimento proporzionato al rischio intrapreso.
Questa tendenza conduce a una sottoesposizione verso le piccole realtà aziendali, creando un gap nel mercato che necessita di essere colmato.
Per gli investitori, per noi professionisti del settore e per gli advisor in generale, si pone quindi la sfida di elaborare modelli di business e strategie di risanamento scalabili e sostenibili anche per le piccole imprese, in modo da democratizzare l’accesso agli investimenti e supportare il tessuto economico in tutte le sue articolazioni.
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