Quella voglia di cambiare il mondo
Quella voglia di cambiare il mondo,
ovvero lo scettro, un sogno e la costruzione di un alibi
“…Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi domandando se il mio disegno li spaventava. Ma mi risposero: Spaventare? Perché mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello? Il mio disegno non era un disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa… mi risposero di lasciar da parte i boa, sia dal di fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all’aritmetica e alla grammatica. Fu cosi che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera da pittore.
Il Piccolo Principe
Mio figlio sta crescendo e, potendo ormai confrontarmi direttamente con lui, diminuisce il bisogno di scrivere le sue piccole avventure, vuoi per pudore, vuoi per rispetto nei suoi confronti, prima in fondo parlando di lui parlavo di me e delle mie emozioni.
Non è molto legato ai giocattoli (forse perché gliene regaliamo tanti, troppi…) ma domenica ha espresso forte il desiderio di avere (visto l’oggetto così regale, meglio dire possedere) uno scettro!
E’ un gioco legato ad un film a cartoni animati (quindi l’ispirazione è in qualche modo indotta) ma la cosa non sembrava averlo colpito più di tanto al cinema qualche mese fa.
Oggi, crescendo, si relaziona di più con gli altri ed inizialmente associavo il fascino di questo oggetto al simbolo del potere a cui tutti devono obbedienza.
“Papà con lo scettro non sarò più solo un soldatino (così a volte lo chiamo io), sarò il capo dei soldatini!”
Abbiamo resistito un po’, per fargli comprendere che non tutto è dovuto, ma alla fine abbiamo ceduto dopo aver compreso quanto superficiale fosse la mia iniziale interpretazione.
Sono due notti che lo sentiamo parlare nel sonno del suo scettro e di come cambierà il mondo!
Si sveglia felice dopo aver sognato ed al papà non resta che sorridere pur provando un po’ di invidia per non averlo potuto seguire nelle sue avventure più segrete e notturne.
Ed allora forse ( il lettore più attento capirà che questo post non è altro che la costruzione di un alibi) è giusto cedere quando un gioco non è possesso ma apre alla fantasia, al desiderio di costruire una sua storia, quando stimola quella voglia positiva di essere attore attivo nel cambiare il mondo.
L’uomo in fondo è questo, è l’unica creatura apparsa sulla Terra capace di modificarla.
Come? Il Panatino ancora non lo sa e forse neanche noi…
La sfida di un genitore forse è tutta lì, nell’esser presente quando lo scettro perderà la sua magia, nel ricordare che il mondo se sei una persona per bene, con fatica, lo puoi cambiare…
Come? Dovremo scoprirlo insieme, e sarà la parte più bella.