Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione e design
Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione e design
Il Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione e design si pone all’interno del Piano Transizione 4.0 proposto nell’ambito della Legge di bilancio per il 2020. L’obiettivo è quello di incentivare l’investimento in attività di ricerca ed innovazione in vari ambiti, dalla trasformazione digitale delle imprese alle operazioni di sostenibilità ambientale, al fine di sostenere e sviluppare la competitività delle imprese italiane.
I destinatari
L’agevolazione si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e fiscale. Sono, però, escluse le imprese che si trovino in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale e le imprese destinatarie di misure interdittive.
Le spese agevolabili
Rispetto al 2019, la Legge di Bilancio 2020 ha esteso l’agevolazione del credito d’imposta anche alle spese per innovazione, transizione ecologica e design oltre che per le attività di ricerca e sviluppo. Sono, perciò, agevolabili tutte le spese relative a:
- Attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico
- Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati
- Attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica
Nello specifico la Legge di Bilancio 2020 individua all’art. 1, comma 200 e seguenti le tipologie di spese ritenute ammissibili all’agevolazione con l’indicazione, inoltre, dei limiti con cui tali spese concorrono alla formazione del credito d’imposta. A titolo esemplificativo, si considerano agevolabili:
- spese per il personale dipendente o autonomo. Per soggetti di età inferiore ai 35 anni le spese concorrono per il 150%.
- quote di ammortamento e canoni di locazione relativi a beni mobili o software utilizzati nella realizzazione delle attività di ricerca e sviluppo nel limite della loro porzione normalmente deducibile (o massimo al 30%)
- le quote di ammortamento relative ad invenzioni tecnologiche acquisite tramite contratto di acquisto o di licenza da terzi che non facciano parte del gruppo
- le spese per attività di ricerca extra muros: se svolte presso università ed enti similari concorrono per il 150%
- spese per servizi e consulenze nel limite del 20%
- spese per materiali e forniture nel limite del 30%
La misura
L’agevolazione consiste nella determinazione di un credito d’imposta fruibile in compensazione in tre quote annuali dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento dei costi. La base di calcolo è formata dalle spese agevolabili di cui sopra limitatamente alla porzione agevolabile: la nuova versione del credito d’imposta prevede che sia considerato l’intero ammontare sostenuto nell’anno di queste spese e non il valore incrementale come avveniva prima. Alla base di calcolo così formata vanno applicate delle aliquote variabili in ragione della diversa attività cui siano riferibili le spese sostenute. Si ha così:
- 12% delle spese sostenute (al netto delle altre sovvenzioni o contributi ricevuti per le stesse spese) per ricerca e sviluppo fino a 3 mln euro;
- 10% delle spese sostenute (al netto delle altre sovvenzioni o contributi ricevuti per le stesse spese) per progetti green e trasformazione digitale 4.0 fino a 1,5 mln euro;
- 6% delle spese sostenute (al netto delle altre sovvenzioni o contributi ricevuti per le stesse spese) per innovazione fino a 1,5 mln euro;
- 6% delle spese sostenute (al netto delle altre sovvenzioni o contributi ricevuti per le stesse spese) per design fino a 1,5 mln euro.
Modalità di accesso
L’accesso all’agevolazione si ottiene automaticamente in fase di redazione di bilancio, indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi, nel quadro RU del modello Unico. Inoltre, le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico a fini statistici e secondo modalità che saranno definite secondo apposito decreto direttoriale.
Vi sono, inoltre, obblighi di documentazione certificata. Affinché sia riconosciuto il credito d’imposta, è necessario che il soggetto incaricato della revisione legale dei conti certifichi il sostenimento delle spese e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, il compenso del revisore certificante può incrementare il credito d’imposta fino ad € 5000.
Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica, ossia un documento che evidenzi finalità, contenuti e risultati dei progetti di R&S.
Per approfondire:
Legge di Bilancio 2020 – Art. 1, co. 198 e seguenti
MISE – Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design