La Scuola di Atene
La Scuola di Atene
In questi primi giorni di agosto, mentre corriamo per terminare gli ultimi progetti, sullo sfondo Milano appare sfuocata, luminosa, coccolata dal calore del sole. Tutto di fuori ci appare più rallentato. E’ una strana sensazione, di un tempo finalmente dilatato a cui si contappongono le normali urgenze lavorative.
Utilizzo questo articolo che non avrebbe dovuto esser scritto (i saluti ce li siamo già virtualmente scambiati con l’editoriale pubblicato ieri su MySolution|Post) per raccogliere alcune disordinate riflessioni che, complici le vacanze, rischierei altrimenti di perdere.
Questo spazio oggi torna quindi ad essere un blog personale, quel piccolo diario che in questi ultimi mesi ha lasciato forse troppo spazio ad articoli ed approfondimenti tecnici.
Dialoghi all’ora dell’aperitivo
Ieri ho preso un aperitivo con un amico, Corrado d’Elia, regista ed attore di teatro. L’occasione era una intervista da proporre ad Econopoly sull’interazione tra impresa e cultura. Complice il periodo ci siamo riappropriati di un tempo più lento e ci siamo lasciati trasportare spaziando dalla cultura greca all’identità europea, dall’ Iliade al vecchio banco da falegname di Filippo Berto, da Olivetti ai dialoghi di Platone. E poi il porto vecchio di Sorrento a racchiudere i valori del made in italy.
Lo “sbagliato” sul bancone del bar è diventato quasi un alibi per prevenire i giudizi degli altri avventori un po’ smarriti dai nostri discorsi. Entrambe le nostre visioni, economica ed artistica, apparentemente cosi lontane e distanti hanno trovato una sintesi nell’uomo e nel bisogno di tornare a valorizzare il “laboratorio” come luogo in cui sperimentare, da affiancare alla tradizionale fabbrica rigidamente finalizzata alla produzione di un qualcosa di già definito.
La Scuola di Atene Condividi il TweetEd è forse la cultura quella risorsa da sfruttare per provare a disegnare nuovi percorsi…
Ma se imprenditori leggessero + libri ed andassero di+ a teatro non sarebbero + capaci di innovare? @Digital_Magics pic.twitter.com/gz5YM8nU3r
— Marco Bicocchi Pichi (@MBP1961) 2 luglio 2016
Un aperitivo breve ma ricco di spunti da cui potrebbe nascere qualcosa di più strutturato…
Dialoghi all'ora dell'aperitivo, riappropriandosi di un tempo lento... Condividi il TweetLe PMI non hanno futuro (?).
Questa la tesi provocatoria di un interessante opinionista. Di certo molte PMI oggi appaiono in crisi e bisogna trovare nuove strade per valorizzarle, per aumentare la dimensione aziendale senza perderne le specificità che ne hanno garantito fino ad ora.
Da un paio d’anni a questa parte trovo sempre più amici imprenditori che decidono o esprimono la volontà di cedere (in tutto o in parte) la loro impresa. Hanno tutti caratteristiche comuni: passato confindustriale (contornato da recenti delusioni), piglio manageriale e visione imprenditoriale di lungo periodo, mancanza di eredi diretti ma soprattutto il forte bisogno di aumentare le dimensioni aziendali per garantire un futuro.
Coraggio, capacità e bisogno di percorrere nuove strade, il sapersi immaginare diversi: tutte caratteristiche comuni ai miei amici imprenditori ma forse anche a qualche personaggio della letteratura classica e moderna.
Le #PMI non hanno futuro? la sfida è tutta qui Condividi il TweetLa Scuola di Atene, un manifesto dell’uomo rinascimentale
La scelta dell’immagine a corredo dell’articolo ha acquistato senso man mano che univo i puntini e davo un senso alle singole riflessioni. Mi aiuta Wikipedia:
L’affresco, inquadrato da un arco dipinto, rappresenta i più celebri filosofi e matematici dell’antichità intenti nel dialogare tra loro, all’interno di un immaginario edificio classico, rappresentato in perfetta prospettiva.
Nel tempo l’opera di Raffaello ha sollecitato innumerevoli interpretazioni, chiavi di lettura e modelli interpretativi, che si sovrappongono creando la percezione di un’opera complessa ricca di livelli interpretativi ed impressa nell’immaginario visivo collettivo. Il grande affresco costituisce sicuramente un “manifesto” della concezione antropocentrica dell’uomo rinascimentale. L’uomo domina la realtà, grazie alle sue facoltà intellettive, ponendosi al centro dell’universo, in una linea di continuità fra l’antichità classica e il cristianesimo. Se la prospettiva ricorda la struttura delle basiliche antiche, la geometria in cui sono disposti i personaggi simboleggia la fiducia di Raffaello nell’ordine del mondo, un ordine divino e intellettuale al contempo.
Provando a guardare lontano
Provando a guardare lontano, possiamo ipotizzare queste tendenze di lungo:
- Passaggio generazionale e riscoperta della cultura del nostro Paese (tutta racchiusa nel porto vecchio di Sorrento) per chi resta;
- M&A per chi va e chi viene;
- Imprese di maggiori dimensioni (sempre PMI forse ma sicuramente più grandi), più complesse, più internazionalizzate, più esigenti. Seguite da Studi capaci di gestire questa nuova complessità.
Questo però è solo uno zibaldone buttato giù ai primi di agosto in un tempo immobile, tra un correre frenetico ed una Milano dalla piacevole pigrizia mediterranea. Confido che il lettore saprà essere comprensivo.
Provando a guardare lontano in un caldo agosto milanese. #pmi #startup Condividi il Tweet