Riflessioni su editoria e giornalismo
Riflessioni su editoria e giornalismo
La mia prima copertina su ilSole24Ore on line e qualche riflessione sulla “macchina” che sta dietro al giornale.
Il fatto
Pochi giorni fa un mio breve articolo sul recente caso Volkswagen scritto per Econopoly è stato ripreso in homepage de ilSole24ore ed è stato molto apprezzato su Facebook e Twitter. I dati di lettura danno per il solo giorno di pubblicazione (pomeriggio) più di 8.500 visualizzazioni. Il post su facebook de ilSole24Ore ha ottenuto in un solo giorno più di 800 like e 500 condivisioni (più di 130 commenti). A questi ovviamente si devono aggiungere i dati derivanti dai miei profili social, anch’essi rilevanti (relativamente ad un profilo personale) sebbene ovviamente in misura ben minore.
Riflessioni
Tutto ciò mi ha suggerito qualche breve riflessione, sicuramente banali per molti, ma che vorrei condividere con voi e con me stesso ritrovando nel blog la funzione del quaderno degli appunti. Collaborando con diversi editori (e diventandolo in qualche modo io stesso) sono ormai diventato un appassionato del tema:
- Tempestività e attualità: conta e conta moltissimo scrivere sul tema del giorno.
- La forza del brand: scrivo per diverse testate ma nessuna ha la forza de ilsole24ore, un marchio potentissimo.
- Il mestiere fa la differenza: il responsabile del progetto Econopoly è un giornalista e questo fa la differenza. Gli articoli passano sotto la sua supervisione, discussi con l’autore e corretti. Ha il polso del giornale, valuta se l’argomento è già stato trattato ed in che modo. Le modifiche sono minime (quantità) ma fanno la differenza (qualità). Soprattutto è un meccanismo che responsabilizza molto l’autore nel postare contenuti di qualità: meno e meglio. Percepisci il valore della “macchina ” e ti ricorda che forma è sostanza.
- L’importanza del titolo: è ilSole24ore che sceglie il titolo (come è prassi nei giornali). È stata una gradita sorpresa nonostante il timore iniziale di perdita di controllo sul contenuto. Non sempre i titolisti sono così rispettosi dell’autore. In particolare ho riflettuto molto su quanto i titoli di un blog siano schiavi dei motori di ricerca (parole chiave, ecc) cosa che invece non accade in realtà che soffrono meno di questi problemi.
L’editoria oggi ha una strategia che non fa altro che comunicare al lettore la mortificazione del giornalista:
- gli editoriali spesso sono affidati a professori, economisti, ambasciatori, ecc;
- molti giornali hanno una linea partigiana ed urlata che non li differenzia poi molto da un qualunque blog personale;
- l’infinito numero di articoli pubblicati in un giornale salvo poi lamentarsi che mancano soldi per le inchieste ecc;
- il sottovalutato lavoro di redazione che consente un costante “controllo di qualità “. Soprattutto quest’ultimo aspetto non lo nascondo lo sto scoprendo ultimamente e lo trovo straordinariamente sottovalutato. I miei articoli per ilSole24Ore, dopo un llimitato labor limae, acquistano una forza che altrimenti non avrebbero;
Modello di business
Fare giornalismo oggi significa muoversi in un business estremamente complicato ma ci si ostina a voler snaturare una bellissima professione quando probabilmente bisognerebbe tornare al vecchio “mestiere ” ricercando il fatturato non più solo nella pubblicità classica (oggi in parte distorta da internet e dalla rincorsa al click che non necessariamente significa conversione, il problema è anche di maturità di agenzie e inserzionisti) ma nell’organizzazione del contenuto ( banche dati? Google non fa poi questo di mestiere ? Ecc) e nella proposta di convegni (gestione, organizzazione e copertura stampa di eventi organizzati anche da terzi), formazione ecc.
Tutte cose che già oggi si fanno (ilSole24Ore in primis) ma non tutti e forse non in maniera così strutturata ed organica. Si tende ancora a pretendere che il fatturato venga esclusivamente dal giornale e non da attività collaterali che probabilmente diventeranno più redditizie. Il futuro sarà in community verticali molto profilate. Il giornale dovrà tornare alla qualità ed alla difesa del marchio.
Analoghe riflessioni si potrebbero fare per il mondo delle professioni economiche su cui, forse più avanti, occorrerà confrontarsi.
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