Roba minima
Roba minima
Lasa sta che l’e’ roba de barbon
Ripropongo un articolo già pubblicato nel vecchio blog ma a cui sono molto affezionato.
….anca mi mi go avu il mio grande amore
roba minima, s’intend, s’intend roba da barbon…
El purtava i scarp de tennis, el g’aveva du occ de bun
l’era il prim a mena via, perche’ l’era un barbon.
L’an truva’ sota a un muc de carton l’an guarda’ che ‘l pareva nisun
l’an tuca che ‘l pareva che’l durmiva
lasa sta che l’e’ roba de barbon.
Jannacci
Succedono tante cose in questi giorni, la crisi a volte è impietosa, imprenditori che fan di tutto ma non riescono a salvar l’azienda, operai lasciati a casa, qualcuno più fortunato, il Billionaire di Briatore che chiude e Marchionne che lotta con le leggi italiane.
Molte cose, molta confusione, pure troppa ed allora tutto sembra banale e scontato. inevitabile.
Poi leggi – l’angelo invisibile di Milano che aiuta chi è rimasto indietro – che c’è qualcuno che segue la sua via, che non ascolta il rumore di sottofondo, che fa qualcosa e lo fa come lo si faceva a Milano.
E un pò ti senti inadeguato perche tu quelle cose non le fai, perchè sei talmente assuefatto che non riesci più ad isolarti dal rumore di fondo. E ti ricordi che una educazione borghese l’hai avuta, di quella borghesia silenziosa, tutta milanese, capace di far le cose senza urlare.
Quella borghesia silenziosa, tutta milanese, capace di far le cose senza urlare. #Milano Share on XE ti rivedi bambino, una mattina di sole, vestito bene, pronto per un matrimonio.
A spasso con papà per lasciare alla mamma il tempo di prepararsi con calma senza esser disturbata da noi bimbi. Tutte quelle raccomandazioni: ” non sporcarti, non correre, non rovinare la giacca”.
E per strada c’è una barbona, puzza, è sporca e trascina un enorme carrello del super pieno di tutto ciò che possiede, di tutto ciò che tu butti.
Attraversa la strada, non riesce a fare salire il carrello sul marciapiede (non c’erano ancora gli scivoli per passeggini e disabili in prossimità delle strisce pedonali). E’ anziana e si sforza, ma il carrello non sale.
Ci riprova, si vergogna, non chiede aiuto, è una barbona e non se lo aspetta.
E tu sei li, che non sai che fare. Non puoi sporcarti, poi in fondo è una barbona, non ti riguarda, però ti hanno insegnato… non sai. Sono quei momenti in cui ti rendi conto che devi scegliere, che stai crescendo, che non è facile….
E papà ti sorride, vede il tuo imbarazzo, ti senti piccolo.
Si avvicina e le chiede se può aiutarla con il carrello. Un sorriso dolce e lei si riscopre una persona. Io scopro che è una persona.
Roba minima, s'intend, s'intend roba da barbon... Share on XPapà mi guarda dando poco peso alla cosa (che per me è un macigno) e sorridendo dice ” Andrea, un cavaliere deve sempre aiutare una signora, andiamo a prendere la mamma che se no è tardi”.
Non ne abbiamo più parlato, è bastato l’esempio. Una volta a Milano c’era la borghesia, ora forse restano i suv.
Una volta a #Milano c'era la borghesia, ora forse restano i suv. Share on XMi rendo conto ad un tratto che è un po’ anche colpa mia.
Scopro leggendo il corriere ( Articolo: l’angelo invisibile di Milano che aiuta chi è rimasto indietro ) che c’è qualcuno più bravo di me che non ha dimenticato l’educazione che ha avuto ed è la stessa che vuol lasciare ai suoi figli.
E mentre leggo l’articolo ritrovo quel senso di vergogna che è sempre li, che troppo spesso dimentico di aiutare una signora.
Che in fondo non è solo questione di soldi, ma di sorrisi.
In fondo non è solo questione di soldi, ma di sorrisi. Share on X