Non ci siamo mai sentiti così tanto
Non ci siamo mai sentiti così tanto
Non ci siamo mai sentiti così tanto. In questi giorni fatti di paure e di adrenalina, di appuntamenti in video conferenze e veloci telefonate dobbiamo dire che siamo tutti a bordo a vogare insieme, noi e voi.
Questo mese e mezzo lo ricorderò per le corse a mettere in sicurezza le imprese, i tentativi di riconversione, le preoccupazioni per qualcuno malato ma che ora sta meglio, la generosità di chi, molto più grande di noi, si è offerto di aiutarci e supportarci in questo nuovo modo di lavorare.
Gli amici di sempre, quelli nuovi e quelli ritrovati. Quelli del “proviamoci insieme che ce la facciamo” e quelli che interrompo in maniera inopportuna per coinvolgerli nei miei progetti, usandoli come sparring partner o come zibaldone.
Quelli burberi che quando propongo di fare una donazione la moltiplicano per 10.
Il nostro gruppo. Abbiamo tenuto bene e con orgoglio. E non è stato facile perchè ricordo gli sguardi di quando ci siamo lasciati per chiudere tutto ed iniziare lo smartworking. Ed i decreti di uno Stato impazzito ed inaffidabile. Di notte e nei week end.
E la telefonata di un amico che fa impresa, uno di quelli bravi, di quelli sempre entusiasti che non ce la fa proprio a parlare della sua azienda ferma e rompe l’imbarazzo con “ma tuo figlio fa i compiti?” ed in quel parlar d’altro c’è tutta la sofferenza di chi difende il suo progetto con le unghie e con i denti.
E le chat di mezzanotte con chi ha visto contrarsi il proprio fatturato dell’80% ma che intravede già mille possibilità di crescita.
E la ricerca delle mascherine, per trovarsi pronti e ripartire appena possibile.
Oggi l’adrenalina delle prime settimane sta calando e Pasqua arriva al momento giusto per aiutarci a staccare qualche giorno.
A Milano per fortuna le campane delle Chiese iniziano ad essere più forti delle sirene delle ambulanze.
E casa nostra è invasa dai lego e da un enorme ponte in grandezza naturale in piena camera da letto (ne trovate una foto sul mio profilo facebook).
Ora arriva il secondo tempo, quello della ripartenza (che non è ancora restartup ma lo anticipa). Quello in cui dobbiamo provare a trovare un metodo, a condividere buone prassi, ad essere razionali e sognatori. Ascoltando e pianificando. Provandoci.
Probabilmente non ci rivedremo fisicamente prima del 4 maggio ma quando lo faremo, lo faremo con orgoglio.
E continua a riecchieggiare in me una frase detta dalla più giovane commercialista del nostro Studio dopo un webinar con una importante multinazionale della consulenza: “In fondo noi abbiamo sempre fatto cosi, siamo fortunati perchè ci aiutiamo e siamo affiatati”.
E si, non ci siamo mai sentiti così tanto, non ci siamo mai percepiti così vicini, non siamo mai stati così partecipi con le imprese che supportiamo (e che ci supportano).
Come direbbe Corrado (che oggi pensa preoccupato al suo Teatro come noi alle nostre imprese)…
Viva!