Produttività in Italia e ruolo di Lombardia e PMI
Produttività in Italia e ruolo di Lombardia e PMI
Una ricerca di Assolombarda su dinamiche settoriali e differenze per classe dimensionale
La ricerca “Produttività in Italia e ruolo di Lombardia e PMI” si offre quale tentativo di narrazione e ricostruzione dello schema alla base dell’andamento della produttività italiana nell’ultimo ventennio a partire dalle principali evidenze quantitative e dell’ampia letteratura disponibili.
Produttività in Italia e ruolo di Lombardia e PMI
Dopo aver introdotto il tema e poste le necessarie premesse metodologiche, nella prima parte del lavoro si dispongono le ‘tessere’ del puzzle delineando le dimensioni principali della produttività del lavoro in Italia. In particolare, si distinguono le dinamiche settoriali e le differenze per classe dimensionale di impresa nel confronto internazionale e i divari territoriali all’interno dei confini italiani.
Nella seconda parte si elencano e approfondiscono gli elementi principali e maggiormente consolidati in letteratura che contribuiscono a spiegare la posizione delle ‘tessere’ nello schema complessivo e dunque a determinare l’andamento aggregato della produttività. Nello specifico si considerano contestualmente determinanti legate alle scelte delle imprese con riguardo a innovazione e adozione di tecnologie, competenze e formazione del capitale umano, organizzazione aziendale, nonché fattori ‘ambientali’ legati al contesto istituzionale e amministrativo e all’efficienza allocativa delle risorse nell’economia.
La scarsa produttività delle micro imprese
La performance aggregata della produttività italiana nasconde dinamiche eterogenee anche a livello di classi dimensionali di impresa.
Un primo confronto ‘statico’ al 2018 mette in luce una produttività delle imprese italiane sia nel manifatturiero, sia nel mondo dei servizi privati, sostanzialmente allineata a parità di classe dimensionale alla Germania e alla Francia e costantemente superiore alla Spagna.
Le micro imprese (meno di 9 addetti) sono l’unica eccezione rilevante con una produttività di circa il 20% inferiore a quella della Germania nel caso del manifatturiero, oltre il 30% nel caso dei servizi.
La dimensione ‘micro’ costituisce il 95% delle imprese e occupa il 45% degli addetti a livello italiano, a confronto rispettivamente con 82% e 19% in Germania. Secondo stime Banca d’Italia, se l’Italia avesse la stessa struttura dimensionale di impresa della Germania, la produttività media del lavoro nell’industria e nei servizi di mercato aumenterebbe del 20% e supererebbe il livello tedesco.
Le possibili cause della scarsa produttività italiana
Le possibili cause della scarsa produttività italiana sono molteplici, complesse e interconnesse tra di loro.
In particolare, si propongono spunti relativamente a cinque temi, i primi tre di natura per così dire ‘interna’ alle imprese, gli altri due più di contesto:
1. diffusione dell’innovazione e delle tecnologie digitali;
2. qualità del capitale umano nelle imprese;
3. organizzazione del lavoro all’interno delle aziende;
4. contesto amministrativo-burocratico del ‘fare impresa’;
5. efficienza allocativa delle risorse all’interno della struttura produttiva.
Nell’analisi, si evidenziano ove possibile le diversità per dimensione di impresa, nonché il
posizionamento della Lombardia rispetto alla media italiana e nel confronto europeo.
Per approfondire:
Scarica la guida: Produttività in Italia. Quadro generale e ruolo di Lombardia e PMI