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Brevi riflessioni sul caso Apple ed Irlanda

Brevi riflessioni sul caso Apple in Irlanda

Brevi riflessioni sul caso Apple in Irlanda

Il caso Apple farà discutere a lungo per le ripercussioni e per le scelte di politica economica e scienza delle finanze che ci auguriamo costringerà a fare. In questo breve articolo non vogliamo né fornire giudizi morali né analisi di merito sul livello di tassazione irlandese quanto sulla modalità ed i tempi di gestione in pura ottica economica.

Riportiamo un breve estratto della lettera di Tim Cook ai clienti Apple e un veloce approfondimento tecnico che Alessandro Savorana ci ha gentilmente concesso di riprendere dal suo profilo Facebook. In fondo qualche riflessione che lungi dall’essere esaustiva vuole contribuire al dibattito. Non essendo esperti di politica fiscale internazionale ci auguriamo di venir corretti in caso di errori o inesattezze.

Lettera di Tim Cook ai clienti Apple

[…] La Commissione Europea ha lanciato un’iniziativa che vuole riscrivere la storia di Apple in Europa, ignorare le normative fiscali irlandesi e sovvertire così l’intero meccanismo fiscale internazionale. Il parere della Commissione emesso il 30 agosto sostiene che l’Irlanda avrebbe riservato a Apple un trattamento fiscale di favore. È un’affermazione che non trova alcun fondamento nei fatti o nella legge. Noi non abbiamo mai chiesto, né tantomeno ricevuto, alcun trattamento speciale. Ora ci troviamo in una posizione anomala: ci viene ordinato di versare retroattivamente tasse aggiuntive a un governo che afferma che non gli dobbiamo niente più di quanto abbiamo già pagato.

La mossa senza precedenti della Commissione ha implicazioni gravi e di vasta portata. Di fatto è come proporre di sostituire la normativa fiscale irlandese con quel che la Commissione ritiene avrebbe dovuto essere tale normativa. Sarebbe un colpo devastante alla sovranità degli Stati membri in materia fiscale e al principio stesso della certezza del diritto in Europa. L’Irlanda ha dichiarato di voler ricorrere in appello contro la decisione della Commissione. Apple farà altrettanto, e siamo fiduciosi che l’ordine della Commissione verrà ribaltato. […]

Leggi la versione integrale de Un messaggio alla comunità Apple in Europa

Note tecniche

Tecnicamente è stato sollevato il problema di “aiuti di Stato” (articolo 107, paragrafo 1, del TFUE), volto sostanzialmente a contrastare la concorrenza fiscale dannosa tra Stati, che produce effetti distorsivi sulla concorrenza, stante il codice di condotta in materia di imposizione diretta secondo quanto disposto dalla Risoluzione Consiglio ECOFIN del 1° dicembre 1997. Gli Stati UE, pur consapevoli del controllo della Commissione, spesso sono restii a chiedere apposita autorizzazione (che molto probabilmente verrebbe negata), ma sempre ben disposti a concordare un livello di imposizione favorevole al fine di avvantaggiare l’insediamento di imprese nel proprio territorio. Già in passato la Commissione aveva smantellato misure fiscali di vantaggio (in base al Rapporto Primarolo), individuandole in un livello di imposizione nettamente inferiore ai livelli d’imposizione generalmente applicati nello Stato membro interessato. Alla fine, ne discende una censura “politica” per l’Irlanda, mentre Apple dovrà pagare quanto non versato in base ad un accordo (ruling) non in linea con i precetti dell’Unione. [a cura di Alessandro Savorana]

Riflessioni

In sintesi qualche riflessione ed una piccola provocazione finale:

  • Multinazionale si adegua alle richieste fiscali di uno Stato sovrano;
  • Lo Stato a quanto pare opera non in conformità con gli accordi UE e non solo non viene sanzionato ma rischia di venir premiato grazie alle imposte che verranno richieste alla Multinazionale;
  • L’ effetto retroattivo comporta una enorme incertezza nel sistema economico europeo e lo rende poco attrattivo per gli investimenti esteri;
  • Nessuno si è posto il problema (ad eccezione di Giovanni Rubin che ringrazio) che se è vero che una tassazione di favore presenta effetti distorsivi sulla concorrenza probabilmente anche una tassazione palesemente di svantaggio come quella italiana produce effetti altrettanto nefasti.

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