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M&A e la crescita rassicurante della strategia buy-and-build. Quando la creazione di valore vince lo scetticismo degli investitori.

M&A e la crescita rassicurante della strategia buy-and-build.

M&A e la crescita rassicurante della strategia buy-and-build.

Quando la creazione di valore vince lo scetticismo degli investitori.

L’M&A sconta alcuni pregiudizi da parte degli investitori finanziari ma alcuni modelli sempre più diffusi nel mondo PMI garantiscono creazione di valore e una crescita sostenibile nel tempo mitigando i principali rischi evidenziati in dottrina.

La strategia buy-and-build nel mercato M&A italiano rappresenta un approccio meno invasivo e più strategico rispetto a operazioni di maggiore portata. Essa implica l’acquisizione di società minori a valutazioni più contenute, con l’intento di integrarle gradualmente in un gruppo più grande, fornendo loro risorse cruciali per sostenerne lo sviluppo autonomo e incrementarne il valore. Questo metodo si distingue per la sua capacità di facilitare la gestione e l’assimilazione delle entità acquisite, promuovendo al contempo l’efficienza e le competenze manageriali interne. In ultima analisi, si traduce in una crescita organica e sostenibile, contribuendo a una maggiore stabilità finanziaria e alla realizzazione di sinergie a lungo termine.

Il rapporto con gli investitori può migliorare attraverso una comunicazione finanziaria efficace e trasparente.

 Oggi più che in passato, l’attività M&A acquisisce una valenza strategica per riposizionare i business e sostenere la crescita. Diventano essenziali non solo per le aziende che operano in mercati maturi in via di consolidamento ma anche per le aziende più dinamiche ed innovative che vogliono accedere rapidamente a nuove tecnologie, piattaforme digitali e competenze specializzate.

In un contesto di mercato come quello in cui ci troviamo ad operare, decidere tra essere acquisitori o essere acquisiti diventa una questione di sopravvivenza e crescita, trasformando le M&A da opportunità straordinarie a scelte operative quotidiane che determinano il posizionamento strategico a lungo termine dell’azienda.

Ridefinire la dimensione minima per competere può implicare sia la riduzione che l’espansione delle dimensioni aziendali per garantire un’efficace competitività. Questo processo deve essere gestito strategicamente, sia nel caso di contrazione che di espansione aziendale.

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Perché l’M&A va di moda

La liquidità ancora abbondante sul mercato ha alimentato e continua ad alimentare il mercato delle operazioni di fusione e acquisizione a livello globale. Tale tendenza è stata ulteriormente rafforzata da un incessante processo di consolidamento delle imprese che operano in mercati maturi e da aggregazioni stimolate dalla rapida evoluzione tecnologica, che continua a ridisegnare i confini e i modelli di business di numerosi settori.

L’Italia, con la sua crescente attrattività nel panorama delle M&A, emerge come un mercato di particolare interesse, come evidenziato annualmente nel Rapporto Mergers & Acquisitions di KPMG.

Le dinamiche principali che caratterizzano il mercato delle fusioni e acquisizioni sono le seguenti:

  • Concorrenza tra imprese di diversa dimensione nei settori tradizionali: spesso queste imprese si trovano a confrontarsi con nuovi concorrenti nel settore high-tech, portando a un’erosione dei margini di profitto e rendendo necessarie aggregazioni che possano garantire una maggiore redditività attraverso le economie di scala.
  • Necessità di capacità manageriali avanzate: la crescente complessità sia interna che del contesto competitivo richiede competenze direzionali rafforzate.
  • Ristrutturazione di aziende in difficoltà: tali aziende spesso diventano bersagli attraenti per acquisizioni.
  • Transizioni generazionali: spesso un catalizzatore per considerare la vendita o la fusione.
  • Globalizzazione e internazionalizzazione: elementi sempre più indispensabili per le aziende che cercano di espandersi oltre i confini nazionali.
  • Innovazione tecnologica e open innovation: driver fondamentali che spingono le aziende verso l’adozione di nuove tecnologie e la collaborazione aperta.
  • Necessità di integrare nuove competenze acquisendo interi team qualificati.

Tra le tendenze emergenti, si osserva:

  • Integrazione in filiere globali: sempre più cruciali per competere su scala internazionale.
  • Acquisitori seriali: aziende che realizzano frequentemente operazioni di M&A come parte della loro strategia di crescita.
  • Operazioni cross-border: forte attrattiva esercitata dagli asset italiani e dall’eccellenza delle imprese del nostro Paese, rendendo l’Italia un punto focale per gli investitori esteri.

Anche le piccole imprese e le startup sono sempre più coinvolte nel mercato M&A, in quanto gli stessi fattori che promuovono una crescita dimensionale sono spesso quelli che ridefiniscono la dimensione minima necessaria per competere efficacemente in mercati in rapido cambiamento. Questo panorama offre un contesto ricco di opportunità e sfide per le imprese di tutte le dimensioni, stimolando un’attiva partecipazione al dinamico mercato delle fusioni e acquisizioni.

Tra creazione di valore e scetticismo degli investitori

Le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) sono strategie aziendali complesse volte a incrementare il valore e la competitività di un’impresa attraverso l’acquisto o la fusione con altre società. Nonostante il potenziale di tali operazioni, gli investitori spesso mostrano scetticismo nel valutare positivamente le società che percorrono questa strada.

Vari fattori contribuiscono a questa sottovalutazione:

  1. Rischi di integrazione: Le sfide nell’integrare culture aziendali diverse, sistemi operativi e strutture di governance possono generare inefficienze post-acquisizione, alimentando incertezze che gli investitori tendono a scontare nel valore azionario.
  2. Costi nascosti: Le M&A comportano spesso costi non anticipati, come quelli legali, di consulenza e di ristrutturazione, che possono erodere i benefici finanziari previsti dall’operazione. Gli investitori, consapevoli di questi rischi, possono essere riluttanti nel valorizzare positivamente tali iniziative.
  3. Distrazione dalla gestione core: La focalizzazione delle risorse manageriali sul processo di M&A può deviare l’attenzione dalle operazioni principali, potenzialmente compromettendo la performance a breve termine dell’azienda, un aspetto che gli investitori monitorano attentamente.
  4. Debito: Per finanziare le acquisizioni, le aziende possono incrementare il loro livello di indebitamento, aumentando così il rischio finanziario e, di conseguenza, l’attrattività per gli investitori che preferiscono strutture di capitale più conservative.
  5. Premio di acquisizione: Spesso le aziende acquisitrici pagano un premio significativo sul valore di mercato del target. Tale premio può non essere giustificato dai sinergismi realizzabili o può richiedere più tempo del previsto per essere realizzato, riducendo l’attrattiva dell’investimento agli occhi degli investitori.
  6. Performance storica: Studi empirici e analisi di mercato dimostrano che molte operazioni di M&A non realizzano i benefici previsti. Questa storicità può indurre scetticismo negli investitori, particolarmente quelli con un approccio basato su esperienze passate.
  7. Impatto sulla liquidità delle azioni: Le operazioni di M&A possono influenzare la liquidità delle azioni della società acquisitrice, con possibili effetti negativi sul prezzo delle azioni se gli azionisti decidono di vendere i loro titoli in seguito all’annuncio dell’operazione.

La crescita rassicurante della strategia buy-and-build

Il settore delle fusioni e acquisizioni (M&A) in Italia ha dimostrato una notevole dinamicità. L’incremento delle operazioni di dimensioni più contenute riflette anche la diffusione di quella che viene chiamata strategia buy-and-build.

L’acquisto di società più piccole avviene a multipli più bassi ha l’obiettivo di trasformarle in conglomerati più grandi e rivenderle a una valutazione superiore. Questa dinamica ben è evidenziata nel report “Private Equity 2023 – Trends and Developments Italy” di GOP.

L’altra versione, meno aggressiva, della strategia buy-and-build è quella che prevede l’acquisto di società più piccole a multipli più bassi con l’obiettivo di integrarle in un gruppo garantendo loro quelle risorse finanziarie ma soprattutto manageriali per favorirne la crescita autonoma.

Secondo il report “Ten Lessons from 20 Years of BCG’s M&A”: “gli acquirenti seriali di target di piccole e medie dimensioni tendono a generare un valore aggiunto significativo a lungo termine. Nonostante queste acquisizioni minori richiedano sforzi costanti, risultano infatti più semplici da valutare, gestire e assimilare. La partecipazione regolare a tali operazioni rafforza le capacità di fusione e acquisizione dell’organizzazione, promuovendo team esperti, processi ottimizzati e procedure collaudate”.

Come ben evidenziato in dottrina questo garantisce creazione di valore e crescita sostenibile sia organica sia derivante da operazioni di M&A in presenza di:

  • Gruppi che generano abbondanti flussi di cassa positivi capaci di alimentare sia ambiziose politiche di innovazione ed investimento sia il debito necessario per le acquisizioni;
  • Competenze manageriali e finanziarie di livello elevato e con una storia di acquisizioni a dimostrarlo;
  • Bassi costi di integrazione derivanti dall’acquisizione di aziende sane con buone competenze manageriali a livello operativo ma da integrarsi con una nuova e più ambiziosa visione di crescita e nuove competenze finanziarie e di controllo.

Implicazioni per gli Investitori e le Aziende

Le aziende che intendono perseguire strategie di M&A di quest’ ultimo tipo dovrebbero prepararsi ad affrontare i pregiudizi degli investitori attraverso una comunicazione efficace e trasparente con gli investitori, spiegando chiaramente la logica strategica dietro l’acquisizione e le modalità con cui intendono gestire i rischi associati. È cruciale anche fornire aggiornamenti regolari sul progresso delle integrazioni e sul raggiungimento dei sinergismi previsti.

Per gli investitori, è importante effettuare un’analisi dettagliata e critica delle operazioni di M&A, considerando non solo le potenziali sinergie e i risparmi di costi, ma anche i rischi e le sfide nell’integrazione delle operazioni aziendali. Una comprensione profonda di questi elementi può fornire un quadro più accurato del potenziale di creazione di valore dell’operazione.

Conclusioni

In conclusione, gli investitori spesso non valorizzano adeguatamente le aziende che effettuano M&A a causa di una combinazione di rischi percepiti e reali associati a queste operazioni. Per superare questa sfida, le aziende devono adottare un approccio proattivo nella gestione del processo di M&A (adottando modelli virtuosi di crescita) e nella comunicazione con gli stakeholder per mitigare i timori e dimostrare il valore aggiunto di tali strategie.