Sono passati 30 anni
Sono passati 30 anni
Sono passati 30 anni da quella mattina.
Io ho più o meno gli anni che avevi tu e mio figlio un anno in meno di quelli che aveva Edoardo allora.
Sono passati 30 anni dalla mia iscrizione in Bocconi (l’ultima avventura che abbiamo condiviso) e 30 anni da quando non ci sei più. 30 anni da quell’esame di economia politica che ho provato e riprovato a dare nei giorni successivi al tuo funerale. Ricordo che leggevo e rileggevo sempre la stessa pagina del libro senza riuscire a trattenere le lacrime. Oggi il professore è diventato un amico e quando passa in studio parliamo di economia e di jazz.
Sono passati 30 anni da quando ho iniziato a lavorare ma non la faccio troppo lunga, mi sono divertito durante l’università. Anni bellissimi nonostante tutto.
I tuoi clienti sono ancora tutti lì, certo ormai è più facile incontrare i figli nella nostra sala riunioni ma in fondo la colpa è solo del tempo che passa. Ed altri clienti si sono aggiunti. E persone straordinarie che lavorano con noi. Ti piacerebbero ne sono sicuro.
Siamo diventati più grandi facendo tesoro dei tuoi consigli. Passiamo per innovatori ma in fondo siamo solo coerenti al DNA, proseguendo sulla strada che hai tracciato.
E siamo sempre lì a parlare di impresa, a scrivere i numeri importanti, quelli che servono all’imprenditore, sul tovagliolo di carta durante l’aperitivo. Proprio come ci hai insegnato tu.
Alla mamma va il merito più grande. Ha lottato per tenere unita la famiglia come solo una donna sa fare quando sa di dover difendere i suoi figli.
Dodo ed io siamo cresciuti ricordandoci del nome che portiamo. Siamo persone per bene.
Ed abbiamo amici che possono testimoniarlo.
Certo, il merito è tuo (quasi mi sembra di vederti sorridere mentre lo pensi) ma un po’ anche nostro.
Se è vero che l’uomo si giudica dalla moglie (come ci ripetevi sempre), credo saresti fiero di noi.
E poi c’è Tommaso, anche lui Arrigo. Ne saresti orgoglioso, sottolineando scherzando che è migliore di me. Forse il non potertelo presentare e’ ciò che mi fa più male.
E poi la mamma, ma queste sono cose vostre, cose importanti, da non raccontare qui.
Sono passati 30 ma non ho mai smesso di confrontarmi con te.
Sono passati 30 anni ed ancora faccio fatica a finir di rileggere queste poche righe, proprio come quando studiavo macro economia. Questa volta però fuori c’è il sole e forse mi sembra di intravedere anche un sorriso, il tuo.