Startup questione di approccio
Startup, questione di approccio
I primi giorni di settembre sono sempre dedicati a mettere ordine passando al setaccio gli stimoli derivanti dalle letture estive e dalle chiacchierate con alcuni amici favorite dai tempi più lenti della vacanza. E’ un po’ un passare al setaccio le idee più interessanti per sperimentare un po’: tra studio tradizionale (nuove normative si traducono in nuove proposte di valore, spesso passando per qualche webinar da tenere nei prossimi giorni) e riflessioni organizzative.
Tu vuo’ fa’ l’americano
Come molti già sapranno, a fine luglio il nostro Studio ha iniziato a collaborare con Accelerate Italy, un programma di accelerazione che mira a mettere in contatto le imprese innovative italiane con gli investitori ed il mercato americano, più specificatamente con l’ecosistema di Boston. Come ambassador stiamo condividendo il nostro network con gli americani e vi confesso che il loro approccio mi piace molto. Spesso riflettendoci come in uno specchio stiamo creando valore imparando a collaborare con altre realtà di cui non avevamo compreso del tutto il potenziale.
Le occasioni perdute per approcci differenti
Durante i numerosi incontri di presentazione svolti in agosto mi ha colpito molto la differenza di approccio che caratterizza le due sponde dell’oceano:
- Gli americani si propongono cercando di instaurare una collaborazione aperta tra più soggetti sollecitando la co-creazione della relazione. Se non sei utile oggi potresti esserlo domani, se non sei utile a me potresti esserlo per un mio partner. Approccio molto sereno e fatemi dire veloce (nessun problema se la relazione oggi non porta a nulla di concreto ma ce lo diciamo subito in piena serenità, senza perder tempo o inutili giri di parole);
- Gli italiani partono prevenuti, cercano la criticità concentrandosi sulle cose che dividono e su una proposta che può essere utile solo se è tagliata su misura per loro. Se non sei utile per me non sei utile in generale. Si cercano più le cose che dividono rispetto a quelle che uniscono.
Non è sempre così ovviamente e vi confesso che molte critiche sono state molto utili, proverò a farne sintesi più avanti e ne faremo tesoro.
Mi ha colpito molto la differenza di approccio che caratterizza le due sponde dell'oceano Condividi il TweetCiò che terrorizza le startup
Ovviamente non tutte le startup sono uguali. E’ però evidente che da noi come Studio si aspettano molto.
Ciò che ci siamo accorti terrorizza letteralmente le startup ragionevolmente strutturate ( team di qualità, investitori di valore, ecc) sono sostanzialmente due cose:
- I formatori: la formazione ovviamente è molto importante ma il terrore è finire nell’ennesimo corsificio senza valore reale;
- perdere tempo: il tempo è uno dei fattori critici di una startup e l’offerta formativa e di consulenza è oggi vasta e molto spesso di scarsa qualità.
Ciò che i founder vogliono
I founder più esperti e consapevoli del percorso della loro startup vogliono percepire immediatamente;
- sia la proposta di valore;
- sia la sincerità della proposta stessa.
Suggerimenti di cui fare tesoro
Molte informazioni sono contenute nel sito o vengono presentate durante gli incontri virtuali ma credo che verrà preparata una veloce presentazione di sintesi (perchè ci viene richiesta, perchè mi sembra una richiesta non solo ragionevole ma utile a focalizzare il servizio tanto che prepareremo qualcosa di simile anche per Studio Panato, perchè se c’è bisogno di rassicurare l’interlocutore è giusto farlo).
Riporto qui i principali punti come sintetico zibaldone (come sempre più ad uso personale che del lettore), utile anche per meglio strutturare il nostro progetto di Studio e valorizzarne i punti di forza:
- Breve storia del progetto;
- Descrizione del team specificando fin da subito che è composto da investitori ed imprenditori e non da formatori;
- Indicazione fin da subito delle industry su cui si è focalizzati specificando che si è disponibili a valutare imprese che meritano un approccio più sartoriale (che però sarà altra cosa rispetto al programma di accelerazione);
- Descrizione programma del progetto di accelerazione e del metodo ( perche’ la consulenza non è tutta uguale) evidenziando che il modello di business premia l’investimento e non la vendita di corsi di formazione ( vero terrore delle nostre startup) e che il programma per quanto in fase beta in Italia deriva da analogo progetto già portato avanti con successo in America latina.
- Differenza tra Accelerate Italy e società di consulenza;
- Approccio benefit di fondatori ed ambassador.
In sintesi: sincerità, focalizzazione e metodo. Perchè il tempo è una risorsa scarsa.
Perché le startup hanno il terrore di trovarsi davanti all’ennesima vendita di corsi e vanno rassicurate.
Cosa che non immaginavo e oltre a colpirmi mi ha stimolato nuove e più ampie riflessioni.
Stiamo sottovalutando l'impatto delle startup sulla consulenza. Verso una nuova consapevolezza ed un diverso ( e più maturo) approccio. Condividi il Tweet