La valutazione i PIV e la sfida delle PMI.
La valutazione i PIV e la sfida delle PMI.
Le criticità valutative per le PMI e le possibili semplificazioni perchè semplificare NON significa banalizzare
Relatori:
- Andrea Arrigo Panato, Docente Master RIAF Ca’ Foscari Challenge School, Dottore Commercialista e Revisore Legale.
- Francesco Bavagnoli, Professore Aggregato e Ricercatore Università Piemonte Orientale, Dottore Commercialista e Revisore Legale
Programma:
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Non c’è nulla di straordinario nella valutazione di azienda
- M&A e creazione di valore
- Impatto dei PIV sulla valutazione di azienda
- L’incarico professionale
- La struttura di base della perizia di stima Le criticità valutative per le PMI e le possibili semplificazioni
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Criticità nella valutazione delle PMI
- Semplificare il metodo: il metodo UEC reloaded, ovvero il metodo Discounted Economic Profit modificato, ovvero valutare l’azienda con 5 numeri
- Semplificare la stima del costo del capitale (senza bisogno di credere nel CAPM)
- Semplificare la comunicazione delle stime di valore: i multipli riconciliati con i modelli assoluti di valutazione
Una grande sfida per la professione
Non resta che citare il Prof. Bini che in una intervista rilasciata in occasione della pubblicazione dei Principi Italiani di Valutazione ha così ben sintetizzato le sfide e gli obiettivi dei professionisti economico-contabili: “Il nuovo contesto economico-finanziario rappresenta una grande sfida per la professione degli esperti di valutazione. In un contesto più incerto, l’errore è sempre in agguato. Per questa ragione in tutto il mondo si è cercato di rispondere alla crisi emanando oltre che principi di valutazione anche documenti in grado di fungere da linee guida (best practices) per l’esperto di valutazione. Si tratta di documenti che si concentrano sul processo valutativo, sulla completezza della base informativa, sulla sostenibilità delle ipotesi, ecc.. Il loro compito consiste nell’identificare un “modus operandi” condiviso a livello professionale che consenta di ridurre la discrezionalità dell’esperto e per questa via anche l’assunzione di rischi inutili. Naturalmente la valutazione è sempre una opinione, non un dato di fatto, e quindi richiede che l’esperto formuli un giudizio (di necessità soggettivo); tuttavia la soggettività va disciplinata, deve cioè essere esercitata nell’ambito di un percorso razionale, trasparente e completo.”