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Il brutto spettacolo delle lobby tra libera professione e libero mercato.

Il brutto spettacolo delle lobby tra libera professione e libero mercato.

Quello scritto da Luca Foresti, amministratore delegato del Centro Medico Santagostino,  rete di poliambulatori specialisticiSei ragioni contro e 5 pro, per capire come stanno le cose tra mercato e dentisti” è un articolo ovviamente di parte ma equilibrato ed interessante per tutti noi professionisti.

Dichiaro subito il mio potenziale conflitto di interessi scrivendo anche io sulla stessa testata del Sole24Ore, ma prendo anche le distanze da un precedente articolo sul medesimo argomento che ho trovato ben poco illuminato.
In questi giorni si sono visti molti (forse troppi) articoli su dentisti e mercato, gran parte scritti da lobbisti (ed in questo purtroppo la stampa delude). Da una parte l’ANDI che si sta muovendo in modo goffo e disordinato come spesso accade alle nostre associazioni di categoria, dall’altra una serie di liberisti (articolo qui modificato dopo che mi è stato fatto notare il tono eccessivamente polemico) che al posto di difendere il libero mercato (garantito da una serie di tutele ed interessi contrapposti) si lanciano alla difesa della singola norma (idem).

Che sia necessario rivedere il rapporto tra libere professioni e libero mercato è indubbio. Che si debba avere ben chiaro che l’obiettivo debba essere la tutela del cliente/paziente non è scontato ma credo dovrà prima o poi diventarlo. Che il mercato non è far west è chiaro ai vecchi liberali ma non altrettanto ai “nuovi liberisti ex qualche cosa” (le famiglie politiche antiliberali in Italia rappresentavano e temo rappresentino più del 90% dei voti).

Purtroppo ad aperture nominali al mercato fanno da contraltare normative confuse e spesso inapplicabili come quella delle società tra professionisti.

Vorrei che il dibattito si aprisse a tutte le libere professioni. Perché le società tra professionisti economico giuridici (avvocati, commercialisti, ecc) devono avere una normativa differente da quella delle società che offrono servizi odontoiatrici? Perché in questo Paese il legislatore gode nel sezionare, confondere e complicare per strappare qualche applauso dalle lobby e dalla società civile?
Credo che il Paese sia maturo e meriti una legislazione che permetta investimenti di capitale nelle libere professioni ma che nel contempo tuteli il cittadino valorizzando la professionalità e la deontologia di chi già oggi crede nella qualità e nel servizio al cliente.

La stessa legislazione deve però avere il coraggio di prevedere controlli e sanzionare chi compie truffe ed abusi, perché il libero mercato è operare all’interno di poche norme, chiare, poco invasive ma severe senza come oggi in campo fiscale arrivare a diventare talebane. Non ho soluzioni facili da proporre. La questione non è però più rinviabile.


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