A lezione dal Panatino tra lego e gestione del cambiamento
A lezione dal Panatino tra lego e gestione del cambiamento
Un week end passato a lezione dal Panatino tra lego e gestione del cambiamento. Ieri è tornato a casa tutto fiero con il mio regalo per la festa del papà. Doveva essere una sorpresa ma non ha resistito ed abbiamo anticipato i festeggiamenti.
Da sempre i regali per me sono giochi con cui giocare insieme e così le feste sono molto attese da entrambi.
Ultimamente abbiamo riscoperto una comune passione per i lego. Lui è ovviamente interessato alle bellissime scatole delle serie più pubblicizzate ( guerre stellari, ninjago, ecc.).
Io invece resto sempre un po’ perplesso da costruzioni così belle e complesse che ti disincentivano dal distruggere e ricostruire che poi è proprio il bello dei lego.
Così, complice il nuovo negozio vicino allo Studio, i regali che ricevo per me sono tutti pezzi di lego Classic ( insomma i classici mattoncini sciolti con cui tutti abbiamo giocato per anni).
All’inizio il panatino era un po’ perplesso ma per me era importante che lasciasse libera la fantasia e soprattutto imparasse a distruggere e ricostruire.
Oggi ci divertiamo molto complice anche un buon numero di soldati e di pirati con cui ingaggiamo battaglie per la conquista del tesoro.
Quello che mi ha più sorpreso in questo percorso per imparare insieme a sviluppare la fantasia sono state le mie reazioni.
Io che l’ho sempre incentivato a cambiare modo di giocare mi sono reso conto di quante resistenze ho provato quando ha scelto pezzi diversi dai mattoncini che scelgo io, quando si è messo a mischiare le armi tra soldati e pirati, quando ha davvero rotto ogni barriera per lasciare libera la fantasia.
Morale della favola, ho imparato che il cambiamento e l’innovazione sono un percorso e se pretendi di sapere già quando parti dove arriverai ti stai in qualche modo limitando. Non c’è vero cambiamento se non ti liberi da schemi e preconcetti. Si possono usare anche pezzi piccoli, si possono anche cambiare le armi e le teste agli omini. L’abbiamo imparato giocando in due.