L’importanza di fare ordine, meno e meglio
L’importanza di fare ordine, meno e meglio
Gli ultimi mesi ci hanno regalato parecchie soddisfazioni, confermando che è giusto pianificare ma soprattutto che è giusto a volte essere capaci di chiudere gli occhi e seguire un progetto più ampio fidandoci del nostro istinto.
Nel sito del nostro Studio compare, tra le altre, la foto di una tenda illuminata in piena notte con il claim:
Non lavoriamo di notte (ma può capitare).
Lo scorso anno è capitato, per dare una mano a qualche cliente come è capitato di affrontare pratiche complicate ma abbiamo comunque avuto la soddisfazione di superare le varie difficoltà che abbiamo incontrato sul nostro cammino.
Come sempre quando ci si guarda indietro si scopre che bisogna approfondire qualche intuizione che nella fretta abbiamo sottovalutato:
- Il valore della coerenza: ne ho già parlato più volte, è importante in tutto nella strategia, nel percorso formativo, nella scelta del cliente, nell’immagine, ecc;
- Fare ordine liberandosi delle cose inutili: ridurre l’archivio, ridurre la carta, non accumulare ma razionalizzare;
- Stabilire le priorità: il nostro motto dovrà essere ” meno e meglio”.
- Focalizzarsi: un progetto alla volta, pianificare, darsi i tempi, investire su struttura ed organizzazione.
Editoria, pubblicazioni, convegni… da qualche anno ormai (stupendo in alcuni casi editori e colleghi perché rinunciare a fatturato sembra sempre un atto rivoluzionario) seguiamo la regola del “meno e meglio” secondo un piano editoriale di Studio, all’interno di una strategia e di priorità condivise al servizio della qualità della consulenza da servire al cliente che deve essere l’unico vero obiettivo.
Fermandosi a riflettere si liberano energie per tornare a crescere nonostante i mille ostacoli che la burocrazia italiana ci pone ogni giorno.
Complicare è facile,
semplificare é difficile.
Per complicare basta aggiungere,
tutto quello che si vuole:
colori, forme, azioni, decorazioni,
personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare.
Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere,
e per togliere bisogna sapere che cosa togliere,
come fa lo scultore quando a colpi di scalpello
toglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c’é in più.
Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno
una scultura bellissima, come si fa a sapere
dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?
Togliere invece che aggiungere
vuol dire riconoscere l’essenza delle cose
e comunicarle nella loro essenzialità.
Questo processo porta fuori dal tempo e dalle mode….
La semplificazione è il segno dell’intelligenza,
un antico detto cinese dice:
quello che non si può dire in poche parole
non si può dirlo neanche in molte.
Tratto da Verbale Scritto, raccolta di scritti di Bruno Munari
Qualche tempo fa ne parlavo proprio con un amico penalista. Ha da poco fondato un nuovo Studio in centro a Milano e mi complimentavo con lui per l’ordine e la serenità che il suo Studio trasmetteva pur essendo impegnato in una causa che lo portava spesso al centro della cronaca nazionale. Colori chiari, arredamento accogliente, luce, tecnologia.
Ora comprendo meglio l’importanza del colore bianco per Apple e la filosofia che ci sta dietro. Dobbiamo anche come professione imparare a vederci ed esser visti diversamente.
La semplificazione è il segno dell’intelligenza
Dobbiamo imparare a fare rete per pianificare prima le procedure e proprio di questo si occuperà il nuovo progetto di cui vi parlerò nei prossimi mesi.
Per semplificare bisogna togliere,
e per togliere bisogna sapere che cosa togliere
Ritrovarsi tra amici per confrontarsi, per approfondire e formalizzare. È un progetto a cui tengo molto e che credo farà piacere a chi ne farà parte ma anche ai lettori che beneficeranno dei frutti.
Togliere invece che aggiungere
vuol dire riconoscere l’essenza delle cose
e comunicarle nella loro essenzialità.
È il primo nostro concreto tentativo di trasformare #progetto1849 in un momento di confronto attivo, sperimentando le nuove tecnologie ed una rete informale aperta a chi ne vorrà far parte.
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