Che cosa stiamo imparando sull’innovazione
Che cosa stiamo imparando sull’innovazione
In questi mesi con #progetto1849 abbiamo messo in moto una macchina che è difficile rallentare (nonostante la fatica, le difficoltà ed i mille impegni).
Abbiamo amici che hanno deciso di investire in una collaborazione con noi che ci aiutano a non fermarci. Forse è meglio dire che ci costringono a non fermarci, non accettando scuse sulla tabella di marcia. Aiutandoci a crescere…
Gestire un progetto così ambizioso per le nostre dimensioni è contemporaneamente più facile e più difficile del previsto. E per motivi e cause diverse da quelle immaginate.
Ecco che cosa stiamo imparando sulla gestione del cambiamento:
- Non si cambia da soli, avere dei partner aiuta a rimanere obiettivi e a vedersi anche con gli occhi di altri;
- se e’ vero che bisogna motivare il team è anche vero (e di questo si parla poco) che spesso è anche il team che ti motiva;
- persone e competenze, banale, non scopriamo nulla ma tutto ruota intorno a quello;
- Innovazione e cambiamento sono come il maiale, non si butta via niente. Da questo nostro percorso sta nascendo un nuovo servizio di advisory per startup e pmi innovative. Con una consapevolezza che deriva dall’essere diventati startup anche noi.
- anche in un settore tradizionale si può innovare, in maniera diversa, a volte con maggiore efficacia pur cambiando poco.
- la dimensione conta. Non bisogna per forza diventare grandi ma è utile diventare più grandi. È importante rivedere la dimensione minima in relazione alla strategia ed al settore.
- M&A sarà sempre più centrale nei prossimi anni così come lo sarà il passaggio generazionale. Come ripeto non scopriamo nulla di nuovo ma affrontiamo questi temi con una nuova consapevolezza e progetti più integrati.
- il fattore tempo è cruciale. Bisogna accelerare, cambiare in fretta ma contemporaneamente ci vuole tempo per assimilare perché ogni cambiamento deve essere sostenibile.
- bisogna avere il coraggio di investire ( ed in Italia ce ne vuole parecchio).
- bisogna investire sui giovani garantendo un giusto mix tra entusiasmo ed esperienza. I facili giovanilismi non servono a molto. Bisogna puntare su percorsi formativi e valorizzare chi ha maggiore anzianità e competenze.
Ora arriva il momento più complicato, il non rimanere a metà del guado.
Di certo però ci stiamo divertendo molto.